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sabato, novembre 04, 2006

Dr. Murda

Il Dr. Murda non riusciva più a dormire, passava settimane intere a giocare ad avalon strafatto di ice, poi andava in paranoia, distruggeva quello che aveva per le mani (il più delle volte costosissimi apparecchi che servivano al suo malefico piano) fino a che non si accasciava per terra sfinito, pallido e sporco, con le mani sanguinanti per la furia.
Un circuito integrato aveva trafitto la pelle, si era pluggato fra le pieghe carnose del suo palmo, rimaneva li attaccato alla carne, un rivolo di rosso colava dai piedini del chip, quasi aspettassero un impulso elettrico, quel tanto di energia che basta a compiere un ciclo.
Una distesa di semiconduttori e transistor facevano da giaciglio per quello che sarebbe stato un lungo e profondo sonno: un riposo binario, un sogno ininterrotto di variabili boleane.

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